Il seguente “manifesto” è un’idea che mi girava in testa da anni, avendo sempre amato moltissimo l’arte di tipo spirituale e simbolista. Così, tra 2008 e 2009, ho pensato di buttare giù qualche riga a riguardo. Chiunque condividesse queste poche idee mi contatti, in modo tale che possa sottoscrivere con il suo nome questi spunti riguardanti l’arte.
Sarah Bernini
Artès: alcune idee per un Manifesto
- Si auspica un lavoro di collaborazione, in cui ogni artista scelga il proprio percorso con una semplice finalità: presentare il mondo vario dello Spirito e del mondo invisibile che risiede in ciascun essere umano che coltivi il proprio mondo interiore.
- Esigenza di un ritorno preponderante al figurativismo, ripresa di alcune idee del Simbolismo e della Secessione (tedesca e viennese) e del concetto di Spiritualità nell’arte come già definito da Kandinskij, ovvero la creazione dell’opera secondo la necessità interiore; il non figurativo va preso in considerazione nel caso in cui vi si senta davvero una spinta interiore e non per motivi di mercato (oggi, purtroppo, il non figurativo viene utilizzato spesso a fini commerciali e svuotato di significati).
- Questo tipo di arte si propone di rappresentare esperienze spirituali (visioni, meditazioni, sogni,immagini legate a tradizioni sia neopagane sia a correnti tradizionalicome schemi magici, opere alchemiche e tutto ciò che abbia a che fare con esperienze esoteriche costruttive ma non solo, anche semplici “visioni” soggettive della realtà nate per un’esigenza introspettiva).
- Non sono gradite opere che rappresentino esperienze distruttive, ovvero tendenze personali che non rispettino la vita in tutte le sue forme (umana, animale, vegetale); mi riferisco soprattutto a tendenze come l’Attivismo viennese che utilizza parti di animali, autolesionismo ecc., uno stile assolutamente disgustoso e privo di sensibilità verso la vita in tutte le sue forme. Al contrario rappresentazioni di disagio esistenziale che però non puntino al disgusto ma ad una vera condivisione di una condizione interiore di questo tipo saranno apprezzate in quanto un modo per gettare un ponte tra la persona e il mondo esterno.
- Le opere possono essere realizzate tramite la tecnica scelta dall’artista, si tratti di pittura, fotografia, rielaborazioni e grafica digitale, musica, scultura, poesia, installazioni, fumetto, illustrazione e tutto lo spettro di possibilità offerte dal linguaggio artistico contemporaneo come anche opere teatrali, performance e così via.
- Ripresa del concetto di arte totale, in cui la commistione di arti differenti per creare qualcosa di unitario sia un concetto-base; in questo senso, si auspica la creazione di mostre ed eventi interdisciplinari in cui i diversi linguaggi si fondano.
- Ripresa del concetto di non separazione tra le arti maggiori e le arti minori (arte applicate) come l’artigianato; tutto ciò che possa veicolare messaggi spirituali e interiori sottoforma di oggetti concreti, autonomi, essendo creazioni umane e quindi figlie di un’esperienza spirituale individuale è ben accetto e va promosso; anzi, arte e arti applicate possono, insieme, creare un’armonia particolare, rendere l’invisibile più facilmente visibile (penso a Klimt che inseriva, nei suoi decori d’oro all’interno degli affreschi come nel Palazzo della Secessione, delle pietre dure donando alle sue opere qualcosa di assolutamente mistico e prezioso …)
- Questa arte non ha l’intenzione di divenire puro e semplice introito economico ma si prefigge di presentare l’interiorità soggettiva senza porsi i problemi del mercato artistico contemporaneo. Anzi, meglio andare controcorrente e non interessarsi del gusto del mercato e seguire il proprio istinto.
- I Simboli utilizzati e le immagini si possono ispirare a tutte le tradizioni etniche possibili e di tutte le epoche in modo tale da creare un filo conduttore tra spiritualità differenti senza, però, implicazioni politiche; ogni artista è libero di credere in qualsiasi ideologia ma l’arte dello Spirito non deve essere legata a cose di questo tipo: deve essere libera di spaziare e viaggiare ovunque l’anima voglia andare per inviare un messaggio di libertà spirituale, senza connotazioni materialistiche.
- Essendo un’arte non ideologica, non vi saranno preferenze, nel caso di scelte di opere da esporre ecc., di tipo politico, ma solo di tipo artistico, legate, oltre che all’esecuzione – sebbene molto soggettiva e quindi difficile da giudicare – soprattutto ai messaggi veicolati. Si tratta, quindi, di “ascoltare” cosa l’artista voglia dire di sé e di ciò che prova, sia che si tratti di sensazioni di disagio che di gioia di vivere, perché l’artista, come diceva il già citato Kandinsky, deve aver qualcosa da dire, se no la sua opera risulta sterile e inutile. L’arte è una forma di comunicazione e per quanto sia difficile, oggi come oggi, capire cosa gli artisti contemporanei vogliano dire (l’autoreferenzialità è spesso molto diffusa), è anche vero che attraverso materiali ulteriori (depliante cartelli esplicativi, cataloghi ecc.) se l’artista ha un messaggio da trasmettere, il modo per far sì che il messaggio sia veicolato, si trova comunque. L’associazione si propone anche questo, cioè di essere un tramite tra l’autore e il possibile pubblico per poter mettere lo spettatore nella posizione di comprendere al meglio l’intento dell’artista.
Sarah Bernini
Gianluca Bernini
Andrea Armati
Liliana Zampella
Elena Frasca Odorizzi
Francesco Lorenzetti
Michela Galeazzi
N.B. Il manifesto in questione è stato precedentemente pubblicato nel sito www.artesassociazione.org e nella rivista “Labrys” (www. rivistalabrys.it)