“Labrys”: la magia e il mistero

[presentazione tratta dalla mostra “Il volo della civetta”, 6-18 dicembre 2008, galleria 360° di Parma]
Gran parte delle foto che potete osservare in questa sezione sono nate come illustrazioni e immagini da copertina per Labrys, una rivista che ho creato come piccolo quaderno amatoriale nel dicembre 2004 (per pochi amici interessati) e registrata regolarmente dall’aprile 2006 presso il tribunale di Reggio Emilia.
Essendo Labrys una rivista che tratta di argomenti diversi tra cui mitologia, antropologia, archeologia, simbologia, esoterismo, antiche e nuove spiritualità, le immagini che debbono corredare le sue pagine sono ispirate a certe atmosfere un po’ rarefatte, misteriose, antiche, esoteriche nel vero senso della parola. Quindi, gli still-life creati allo scopo solitamente devono lasciar correre la fantasia, farci immaginare ciò che non si vede tramite gli occhi e che è percepibile soltanto attraverso il “terzo occhio”, quello interiore.
Ecco perché la presenza di antiche divinità, di qualche candela e dei Tarocchi – carte capaci di
aprirci alla parte più profonda e nascosta di noi tramite la divinazione – così come le rune, simboli magici intagliati in pietre o legnetti che sono come dei “portali” su altre realtà sottili.
Per non parlare, poi, di simboli antichi come il mondo, come la conchiglia, rappresentazione dell’acqua e del ventre della Grande Dea Madre, o il libro, che spesso ci riporta ad antiche conoscenze spirituali e sapienziali..
Immancabile poi la mistica civetta, simbolo di antiche divinità tra le quali la bella Atena – signora
della conoscenza -, le statue e le maschere, simulacri di Esseri da sempre pregati e venerati dall’uomo da tempi immemorabili.
Insomma, un mondo ricco di simboli per aiutarci a riscoprire ciò che crediamo di aver perduto crescendo, ovvero la fantasia e l’apertura al mondo del “magico”.
Nondimeno, ecco perché l’uso, talvolta, del negativo fotografico: in questo caso, è un modo per vedere meglio ciò che è celato allo sguardo, è una visione illuminata su ciò che spesso è poco lampante alla vista. Non sempre, infatti, ciò che è “negativo” è portatore di qualcosa di oscuro ma, anzi, ribaltando la realtà – trasformando le ombre in luci e la luce in oscurità – spesso ci insegna che l’occhio è ingannatore e non vede ciò che invece si può scoprire attraverso l’intuito e la “vista” interiore.
Alcuni still-life di questa sezione sono stati scattati con macchina fotografica “Reflex” digitale e
con un set fotografico completo di sfondi, luci e macchina sul cavalletto, mentre altri con una compatta digitale, utilizzata a mano libera e con il solo ausilio della luce di qualche candela, rendendo l’immagine più sgranata, senz’altro meno precisa e definita, ma più calda.
Oltre a questo, spesso ho utilizzato per le copertine foto di opere artistiche o immagini di luoghi naturali scattate di quando in quando in alcuni viaggi che hanno ispirato in me un qualcosa di misterioso e affascinante. In questo caso, le immagini di statue, affreschi ed altro, sono state riprese con una compatta digitale, ovvero l’unica cosa che avessi a disposizione in quel momento.
Tutte le immagini sono state poi rielaborate con programmi digitali (Photoshop e altro).
Novembre – Dicembre 2008
Sarah Bernini
N.B alcune immagini legate a Labrys che sono state esposte non appaiono in questo post ma in uno precedente [lo riporto qui sotto], dedicato al “Magico mondo di Labrys”.
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IL MAGICO MONDO DI “LABRYS (pubblicato in precedenza il 26 ottobre 2008)
Le foto che potete vedere in questa sezione sono nate come illustrazioni e immagini da copertina per Labrys, una rivista creata come piccolo quaderno amatoriale a dicembre 2004 e registrata regolarmente dall’aprile 2006.Essendo Labrys una rivista che tratta di argomenti diversi tra cui mitologia, antropologia, archeologia, simbologia, esoterismo, antiche e nuove spiritualità, le immagini che debbono corredare le sue pagine sono ispirate a certe atmosfere un po’ rarefatte, misteriose, antiche, esoteriche nel vero senso della parola. Quindi, gli still-life creati allo scopo solitamente sono immagini che devono lasciar correre la fantasia, farci immaginare ciò che non si vede tramite gli occhi ma soltanto con il “terzo occhio”, quello della mente.Ecco perché la presenza di antiche divinità, di qualche candela, e dei Tarocchi – carte capaci di aprirci alla parte più profonda e nascosta di noi tramite la divinazione – così come le rune, simboli magici intagliati in pietre o legnetti che sono come dei “portali” su altre realtà sottili.Per non parlare, poi, di simboli antichi come il mondo, come la conchiglia, rappresentazione dell’acqua e del ventre della Grande Dea Madre, o il libro, che spesso ci riporta ad antiche conoscenze spirituali e sapienziali.. Insomma, un mondo ricco di simboli per aiutarci a riscoprire ciò che crediamo di aver perduto crescendo, la fantasia e l’apertura al mondo del “magico”.Nondimeno, ecco perché l’uso, talvolta, del negativo fotografico: in questo caso, è un modo per vedere meglio ciò che è celato allo sguardo, è una visione illuminata su ciò che spesso è poco lampante alla vista. Non sempre, quindi, ciò che è “negativo” è portatore di qualcosa di oscuro ma, anzi, ribaltando la realtà, spesso ci insegna che l’occhio è ingannatore e non vede ciò che invece si può scoprire attraverso l’intuito e la “vista” interiore.
Luglio 2006.
Sarah Bernini
N.B. le immagini di questa sezione sono state scattate con macchina fotografica “Reflex”digitale.
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N.B.

“L’evidenza occulta”(2005)
Dimensioni delle immagini: 20×25 cm
Essendo montate insieme: 40×25 cm
(presentazione scritta in occasione della selezione di opere per la Biennale dei giovani artisti del Mediterraneo 2007 il cui tema era “Kairos”):
Se ogni “smazzata” di Tarocchi è un viaggio in sé, il contrasto positivo/negativo è un viaggio nella realtà e nella sua essenza. Se è vero che ogni cambiamento, anche quello che ci sembra più “negativo”,è un momento di crescita, la stessa cosa può dirsi dell’apertura ad una nuova visione delle cose, un cambiamento di prospettiva nell’osservare la realtà. Il titolo di queste immagini è un paradosso: ciò che è evidente non può essere occulto,ma solo se osservato con l’occhio di tutti i giorni. Se invece andiamo oltre, osserviamo la realtà attraverso un occhio diverso, quello interiore (il “terzo occhio”), ci rendiamo conto che l’evidenza è spesso ingannatrice. Il cambiamento di visione può farci scoprire cose inaspettate. Dietro un’immagine oscura può nascondersi un cuore lucente; al contrario, in immagini rassicuranti possono nascondersi realtà inquietanti. Non sempre ciò che sembra “negativo” al primo sguardo si rivela esserlo davvero. Il segreto sta nel cambiare la nostra prospettiva.
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Riguardo la foto “Il mio Kaos (2006) : la foto “Il mio kaos” trae ispirazione da un concorso bandito da “La luna di traverso”riguardante il caos (a cui poi non ho partecipato)